Patrimoni UNESCO in Svizzera

La Svizzera detiene dodici siti Patrimoni dell’Umanità UNESCO, di cui nove culturali e tre naturali. Scopriamoli insieme.

Città vecchia di Berna

Patrimonio Unesco dal 1983. Berna ha conservato nel corso dei secoli la sua struttura originaria: le sue strade medievali, fiancheggiate da sei chilometri di portici, costituiscono una delle più lunghe passeggiate al coperto del mondo. La capitale svizzera è impreziosita da monumenti ed edifici storici mirabilmente conservati e da undici splendidi fontane databili intorno alla metà del XVI secolo.
Per approfondimenti fai clic qui.

Abbazia di San Gallo

Patrimonio dell’Umanità dal 1983. Fondato nell’anno 612 dal monaco irlandese Gallus, il convento di San Gallo è considerato uno dei più importanti monasteri dell’intero Occidente. Il complesso rappresenta un unicum storico e comprende l’imponente Cattedrale barocca che riflette ben dodici secoli di attività e gli edifici dell’ex abbazia benedettina. In una splendida sala rococò è ospitata una ricca biblioteca, chiamata anche «farmacia dell’anima», che custodisce 170 mila volumi (2100 manoscritti).

Convento benedettino di Saint-Jean-des-Soeurs a Müstair

Patrimonio Unesco dal 1983 che, secondo la tradizione fu fatto costruire da Carlo Magno nel 780. Situato in una valle dei Grigioni, era gestito da una comunità di religiose guidate da una badessa e rappresenta una preziosa testimonianza del rinnovamento monastico cristiano nell’epoca carolingia.
L’Abbazia, caratterizzata da un’austera bellezza, ha l’enorme pregio artistico di aver conservato una splendida serie di affreschi risalenti al periodo carolingio (IX secolo).
Il convento ospita ancora alcune suore benedettine che vivono secondo l’antica regola monastica fondata sulla preghiera e sul lavoro.

Tre castelli, mura difensive e bastioni del borgo di Bellinzona

Il sito, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2000, consiste in un gruppo di fortificazioni poste attorno al Castelgrande, che svetta su di un picco roccioso dominante la Valle del Ticino. Fondamentale linea difensiva a partire dall’occupazione romana, i tre imponenti castelli con le loro mura di fortificazione rappresentano una preziosa testimonianza del passato della regione: durante il Medioevo il Castelgrande, il Montebello e il Sasso Corbaro permettevano infatti di sbarrare l’accesso alla vallata del Ticino, da parte delle popolazioni che provenivano da nord, e di controllare i pedaggi e la strada che conduceva al passo del San Gottardo.

Alpi svizzere Jungfrau-AletschBietschhorn

Patrimonio Unesco dal 2001 (esteso nel 2007), nonché primo sito Alpino incluso nella lista dei Patrimonio dell’Umanità, grazie all’unicità del paesaggio e alla sua straordinaria bellezza. Gli spettacolari paesaggi della regione Jungfrau-Aletsch-Bietschhorn hanno svolto un ruolo importante nell’arte, nella letteratura, nell’alpinismo e nel turismo alpino: le meravigliose catene montuose, le vallate intatte e il più grande ghiacciaio dell’Eurasia consentono di studiare diverse formazioni della vegetazione, dalla steppa mediterranea agli ecosistemi di alta montagna arida, e di monitorare i cambiamenti climatici.

Monte San Giorgio

Patrimonio dell’Umanità dal 2003, esteso nel 2010. Il Monte San Giorgio, una montagna boscosa a forma di piramide nei pressi del Lago di Lugano, è considerato come la miglior raccolta di fossili di vita marina del Triassico (245-230 milioni di anni fa).
Questi reperti sono un’eccezionale testimonianza di vita in un ambiente di laguna tropicale, riparata e parzialmente separata dal mare aperto da una barriera corallina. Diverse forme di vita marina fiorirono all’interno di questa laguna, tra le quali citiamo rettili, pesci, bivalvi, echinodermi e crostacei. Inoltre, visto che la laguna era vicina alla terraferma, vennero trovati anche fossili terrestri di rettili, insetti e piante, oggi esposti al museo di Meride, che ospita anche il famoso Ticinosuchus, un dinosauro terrestre di 2,5 metri di lunghezza.

Vigneti terrazzati del Lavaux

Patrimonio dell’Umanità dal 2007. Le strette terrazze del Lavaux si aprono sull’immensità del Lago di Ginevra su un’area lunga quasi 30 km che si estende dal castello di Chillon alla periferia est di Losanna. Sostenuti da muri in pietra che risalgono all’XI sec., quando i monasteri benedettini e cistercensi controllavano la zona, i vigneti vengono coltivati da generazioni e comprendono 14 villaggi ben conservati. Questo sito rappresenta una straordinaria testimonanza dell’interazione plurisecolare tra l’uomo e l’ambiente circostante, potenziata al fine di ottimizzare le risorse locali e produrre un vino di qualità, da sempre fondamentale per l’economia della zona.

Ferrovia retica nei paesaggi dell’Albula e del Bernina

Patrimonio Unesco dal 2008, è stato riconosciuto come perfetto esempio di cultura ferroviaria incastonata nella natura selvaggia, che unisce perfettamente la Svizzera dell’innovazione a quella della tradizione.
Tra l’Albula e il Bernina si snoda il tracciato della Ferrovia retica, vera e propria opera d’arte dell’ingegneria ferroviaria, che attraversa le montagne grigionesi grazie a viadotti e gallerie elicoidali. Inaugurata nel 1904, la linea dell’Albula nella parte nord occidentale del territorio è lunga 67 km. È dotata di una serie impressionante di infrastrutture tra cui 42 tunnel e gallerie coperte e 144 viadotti e ponti. La linea Bernina, invece, è lunga 61 km e può disporre di 13 tunnel e gallerie e 52 viadotti e ponti.
Il sito Unesco testimonia l’uso esemplare della ferrovia al fine di superare l’isolamento degli insediamenti nelle Alpi centrali all’inizio del XX secolo, con un importante e duraturo impatto socio-economico della vita in montagna. Esso costituisce un eccezionale complesso tecnico, architettonico, ambientale.

Arena tettonica della Sardona

Patrimonio dell’Umanità dal 2008, si trova nella regione nord-est della Svizzera, copre un’area montagnosa di circa 32.850 ettari e comprende 7 vette che superano i 3 mila metri di altitudine. Questi rilievi montuosi rappresentano straordinarie testimonianze delle frizioni in atto da milioni di anni tra la placca continentale africana e quella europea e consentono di farsi un’idea della storia della formazione delle Alpi. Gli strati geologici che si sovrappongono, si piegano e si spezzano sono fenomeni visibili a occhio nudo nelle Alpi Glaronesi, dove le cime innevate dominano le strette valli fluviali incassate tra i pendii.

La Chaux-de-Fonds e Le Locle, urbanismo dell’industria orologiera

Patrimonio Unesco dal 2009. La storia delle città orologiaie di La Chaux-de-Fonds e di Le Locle, situate l’una vicino all’altra in un ambiente remoto nel Giura svizzero, è legata agli incendi. Ricostruite agli inizi del XIX secolo secondo criteri che soddisfacevano sia gli interessi pubblici che quelli privati, queste due culle dell’orologeria spiccano per la loro singolarità, per un’architettura in cui la luce la fa da padrone e per un piano urbano che agevola la circolazione (sistema aperto di strisce parallele su cui sono mescolate edilizia residenziale e commerciale). Le due città testimoniano l’epoca industriale dalla fine del XVIII sec. ai giorni nostri e gli stretti legami tra paesaggio urbano e tradizione orologiera.
La Chaux-de-Fonds venne descritta da Karl Marx come una “grande città-fabbrica” ne “Il Capitale” dove analizzò la divisione del lavoro nell’industria orologiaia del Giura.

Palafitte preistoriche attorno alle Alpi

Patrimonio dell’Umanità dal 2011. Questo sito transnazionale unisce 111 piccoli siti individuali e comprende i resti di insediamenti palafitticoli preistorici, costruiti dal 5000 al 500 a.C. sui bordi di laghi, fiumi o paludi. Gli scavi, condotti solo in alcuni di questi siti, hanno fornito testimonianze che consentono di comprendere la vita alpina durante il Neolitico e l’Età del Bronzo e, soprattutto, le modalità con le quali le comunità interagivano con il loro ambiente. Cinquantasei di questi siti si trovano in Svizzera.

Opere architettoniche di Le Corbusier

Patrimonio Unesco dal 2016. Due dei 17 siti che compongono questo sito transnazionale si trovano in Svizzera, e più precisamente a Corseaux sulle rive del Lago Lemano (Villa Le Lac) e a Ginevra (Immeuble Clarté); tra gli altri siti ricordiamo il Complexe du Capitole a Chandigarh (India), il National Museum of Western Art a Tokyo (Giappone), la House of Dr Curutchet a La Plata (Argentina) e l’Unité d’habitation a Marsiglia (Francia). L’architetto Le Corbusier, uno dei massimi esponenti del fenomeno dell’internazionalizzazione della produzione architettonica, ha segnato il corso del rinnovamento delle tecniche di costruzione, capaci di soddisfare i bisogni della società nel XX secolo.

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