Parco Nazionale di Doñana

Il Parco Nazionale di Doñana, in Spagna, è Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1994. La zona paludosa alla foce del Guadalquivir è una delle aree protette più importanti d’Europa. I territori incontaminati del Parco di Doñana sono popolati da specie animali a rischio di estinzione e rarissime nel Vecchio Continente, come lince e mangosta icneumone tra i mammiferi e pollo sultano e ganga tra gli uccelli. Centinaia di migliaia sono inoltre gli uccelli migratori che trovano rifugio qui durante l’inverno. E’ invece una specie endemica l’aquila imperiale spagnola, senza alcun dubbio l’animale più raro del parco.

La varietà e i contrasti paesaggistici di Doñana colpiscono l’attenzione: spiagge, dune, pinete, sugherete, maremme si susseguono ininterrottamente nel giro di pochi chilometri. Solo alcuni ettari delle migliaia che formano la maremma del delta del Guadalquivir, a sud di Siviglia, appartengono al Parco di Doñana, quelli che costeggiano la sua riva destra.
La maremma mostra in ogni stagione dell’anno un aspetto diverso: ad agosto è arida e secca, con il suo argilloso pieno di crepe; all’inizio dell’autunno, le pozze si riempiono di pioggia e la terra ritorna fango mescolato alla paglia secca della vegetazione palustre. In inverno la maremma si inonda per trasformarsi, in primavera, in un tappeto verde sul quale appaiono le macchie azzurre delle ultime pozze d’acqua. Proprio queste pozze, piccole lagune, essendo le ultime a seccare e le prime a raccogliere acqua, acquistano grande importanza per la sopravvivenza delle specie animali nei mesi in cui le acque scendono di livello o spariscono del tutto.
Anche le diverse lagune che si trovano all’interno sono dei veri rifugi faunistici: offrono ambienti ideali per gli uccelli migratori e stanziali, con cibo in abbondanza e ottime possibilità di nidificazione in ogni stagione.
Su questa fascia pianeggiante, ricoperta di sabbie ondulate, si trova il Parco Nazionale di Doñana, caratterizzato da una folta vegetazione mediterranea in cui predominano i boschi di sughere e il cisto bianco.

Nelle sugherete, gli esemplari rimasti sono pochi, raccolti ai margini della maremma. Si tratta per lo più di piante vecchissime, all’ombra delle quali il sottobosco di felci raggiunge il suo massimo splendore all’inizio dell’estate. Alcune di queste sughere sono conosciute come le “uccelliere di Doñana” perché i loro rami ospitano varie colonie di trampolieri, cicogne e spatole.
Nella boscaglia sorgono qua e là gruppi di pini che, spostandosi verso sud, si fanno più ampi e ricchi di sottobosco.
Accanto alla pineta costiera si incontra un vasto sistema di dune mobili. La costa è continuamente esposta al forte vento di sud-ovest, ma le onde dell’Oceano Atlantico depositano senza posa nuova sabbia, che il vento battente spinge all’interno disperdendola nella maremma e provocando un continuo mutamento del paesaggio. Le dune di Doñana, che raggiungono anche i 10 metri di altezza e una lunghezza di diversi km, sono formate da silice bianca finissima. In alcuni punti penetrano profondamente all’interno, fino a quando non sono contrastate dalla pineta e dal suo folto sottobosco. Avanzando formano i corrales, gruppi di pini circondati da dune. A poco a poco le sabbie finiscono con il soffocare la vegetazione e con il seppellirla: finita la loro opera di devastazione, lasciano sul terreno solo i caratteristici tronchi spezzati e mutilati. Presto la zona ricomincerà a ospitare la vita, grazie ai semi di graminacee mescolati alla sabbia che si incaricheranno di fissare il terreno edi prepararlo affinché si possa riformare nello stesso luogo una nuova pineta, che col tempo sarà di nuovo abbattuta dalle sabbie della costa. E avanti così, nei secoli dei secoli.

Due sono i mammiferi tipici della Penisola Iberica che vivono stabilmente in questo parco nazionale. Si tratta di due predatori inseriti nella lista delle specie protette: la lince pardina e la mangosta icneumone. La prima è un felino un po’ più piccolo della lince europea, con il manto tappezzato da piccole macchie e con la testa ornata da ciuffi simili a pennelli che arrivano fino alla punta delle orecchie; la lince trova il suo habitat ideale nella macchia, dove vivono i conigli selvatici, alla base della sua dieta. La mangosta incneumone è l’unico rappresentante della famiglia delle mangoste in Europa; vive nella macchia e si nutre di conigli.
Altri mammiferi presenti qui sonoi cervi, i daini e i cinghiali.
L’animale più importante è però l’aquila imperiale spagnola, un grande rapace caratterizzato da macchie bianche sulle piume del dorso.
Tra gli uccelli spiccano poi i fenicotteri e i polli sultani. Da luglio a settembre ci sono ganghe e calandre. A metà settembre arrivano oche selvatiche, alzavole, marzaiole, mestoloni e codoni.

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